Canoni idrici prescritti: scende in campo la Federconsumatori provinciale presieduta da PeppeSorrentino. Attraverso un comunicato il consulente legale dell’associazione, l’avvocato Marcella Luongo ha chiarito la posizione dei consumatori in merito all’intricata vicenda.
Da ricordare che l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Pasquale Mauri ha stabilito come criterio di fatturazione l’utilizzo di un canone pari a 18,25 metri cubi pro capite, annullando quanto deciso da una precedente delibera commissariale che fissava il limite a 72 metri cubi pro capite.
Sul tappeto le bollette per il consumodell’acqua risalenti a quattordici anni fa. Importi che difficilmente potranno essere incamerati. L’atto municipale ha, però, un duplice scopo: da una lato incamerare liquidità, dall’altro evitare interventi da parte della Corte dei Conti mettendo la parola fine su di una vicenda che si trascinada lungo tempo.
Secondo l’associazione sono molteplici gli elementi di dubbio: l’intervenuta prescrizione, l’irretroattività degli atti amministrativi ai fini della certezza del diritto, l’assenza di un vincolo contrattuale che obblighi i cittadini al pagamento del minimo garantito. La questione, quindi, sembra nonancora del tutto risolta.
E’ scritto nella nota: «L’amministrazione comunale di Angri ha notificato all’utenza intimazioni di pagamento finalizzate alla riscossione, ora per allora, del cosiddetto consumo minimo garantito relativo agli anni 1998, 1998 e seguenti».
Si legge ancora: «Il Comune ha introdotto in via apertamente retroattiva il minimo garantito quantificandolo in 18,25 metri cubi pro capite applicando, così, all’intera collettività il consumo forfettario che il Giudice di Pace di Nocera Inferiore aveva ritenuto applicabile, in via equitativa, a singoli casi di specie portati alla sua attenzione».
Si potrebbe porre, quindi, anche il problema di eventuali rimborsi per coloro chehanno già pagato con la vecchia e più esosa tariffa. Poi ancora: «Tale intimazione di pagamento è viziata da diversi profili di illegittimità che ne inficiano la validità potendo quindi essere contestatada parte degli utenti». In sostanza, c’è il rischio concreto di trovarsi di fronte all’ennesimo contenzioso dagli esiti molto incerti per il Comune. Pippo Della Corte