Il Sindaco di Angri Pasquale Mauri risponde con fermezza alle infondate accuse diffuse, a mezzo comunicato stampa, dalla società sportiva US Angri 1927, e conferma di essere disponibile a trovare tutte le soluzioni idonee a preservare il patrimonio sportivo della città. “Nella giornata di ieri, a poche ore dal giuramento presso la Casa del Cittadino, ero già al lavoro in Municipio con gli Assessori e i consiglieri di maggioranza per affrontare con urgenza gli enormi problemi che attanagliano la città di Angri. Nel corso della riunione, il presidente dell’US Angri 1927 e il suo vice si sono presentati alla porta dell’Ufficio del Sindaco chiedendo di essere ricevuti. Ho accolto in maniera cordiale e disponibile i due rappresentanti della società sportiva, nonostante non si fossero premurati di fissare un appuntamento né di farsi annunciare.
L'ho fatto per sensibilità verso le esigenze dello sport angrese, consapevole della passione calcistica che da sempre anima la nostra comunità. Assieme abbiamo cercato di trovare una soluzione fattibile ed equa ai problemi economici della società sportiva, affrontando la questione con onestà e senso di responsabilità. Avevo persino dato la disponibilità a dilazionare le ultime due rate, già scadute, di circa 1.000 euro ciascuna, dovute dall’US Angri al Comune, per consentire la ripresa degli allenamenti alla squadra.
Non appena esplicitate le mie intenzioni benevole nei confronti della società sportiva, Varone e il suo vice hanno iniziato ad avanzare richieste anche in riferimento alle procedure attivate dal Commissario prefettizio per recuperare i debiti pregressi, pretendendone l’azzeramento da parte della nuova Amministrazione e minacciando la vendita del titolo in caso contrario. È divenuto pertanto palese che i due dirigenti stessero ad ogni costo cercando un motivo pretestuoso per poter giustificare, agli occhi della cittadinanza, la loro incapacità di continuare a gestire l’US Angri 1927, nonché la loro volontà di fare cassa mediante la vendita del titolo.
Sono pertanto sorpreso dalle accuse con cui il presidente Varone ha provato a scaricare i suoi errori e le sue mancanze sull’Amministrazione appena insediata. Smentisco categoricamente di aver chiesto il versamento di tutti i debiti pregressi, di aver chiuso la porta in faccia ai due dirigenti sportivi, di aver cacciato via il calcio dalle istituzioni, e tutte le altre amenità diffuse in maniera strumentale da Varone. Sottolineo, al contrario, che dinanzi a numerosi testimoni avevo proposto di contribuire, come singolo cittadino, con 5.000 euro alla società, istituendo un sistema di quote diffuse al fine di salvare il titolo dell’US Angri.
La mia proposta è stata scartata senza motivazioni dai due dirigenti sportivi che, con il loro atteggiamento intransigente, hanno di fatto palesato la loro intenzione di fare il calcio ad Angri con i soldi degli altri. Questa dinamica è del tutto inaccettabile. Non si può ricattare un Sindaco affinché azzeri i debiti di una società minacciando, in caso contrario, di diffondere tra la cittadinanza l’idea che la nuova Amministrazione abbia posto fine alla storia calcistica cittadina.
Da amministratore di società trovo inconcepibile che qualcuno si appropri dell’US Angri 1927 senza disporre delle necessarie risorse economiche, salvo poi far ricadere la responsabilità dei propri fallimenti su persone e istituzioni del tutto estranee a queste vicende. Si tratta di un modus operandi che prende in giro le aspettative e le speranze dei tanti cittadini angresi appassionati di calcio. In quanto Sindaco, inoltre, ho il dovere di centellinare le risorse spese dall’Ente, in un contesto sociale in cui molte famiglie hanno difficoltà persino ad acquistare cibo e vestiario per i propri bambini. In una simile situazione solo un folle, o un uomo debole, cederebbe a questo tipo di ricatti velati.
Ad Angri c’è invece un Sindaco forte, convinto e determinato a risolvere i problemi della città. Ribadisco quindi di essere disponibile a trovare tutte le soluzioni idonee a venire incontro alle istanze delle associazioni sportive, ma sempre nel quadro di una spesa oculata e ben ponderata rispetto alle tante esigenze espresse dalla popolazione angrese.”