Dopo il litigio di sabato scorso tra il vicepresidente dell’Angri Aniello Cerchia e l’ex direttore della comunicazione Daniele Selvino, il dirigente Cerchia vuole chiarire la sua posizione: “Mi sento in dovere di chiarire la mia posizione personale, dopo il litigio con l’ex direttore della comunicazione della società Daniele Selvino.
L’essere stato apostrofato come camorrista e persona violenta è sembrato eccessivo, e va al di là di ogni logica spiegazione, ed esprimo profondo rammarico per l’epilogo che ha concluso il confronto verbale, che si stava svolgendo tra due persone che erano a conoscenza dei fatti dell’Angri Calcio. Chiedo scusa a Daniele, ma non sono un violento, e mai sono stato coinvolto in azioni simili. Tutto quanto scritto e letto su giornali e siti web mi è sembrato eccessivo. Io non vivo di calcio, ma del mio lavoro, con uno stato di salute che condiziona il mio quotidiano.
La stampa ha voluto trasformare l’episodio in un attacco alla figura politica o al giornalista Daniele Selvino. Nulla di tutto questo. Si è trattato solo di un litigio verbale che è degenerato. Io non faccio politica, amo solo il calcio e nel mese di giugno, sono stato coinvolto nel progetto Varone, solo per salvare il titolo sportivo. Insieme all’avvocato Selvino abbiamo iniziato a lavorare per mettere su una società capace di affrontare e sostenere gli impegni economici necessari alla gestione del campionato, tanto da affidargli il compito di direttore della comunicazione.
E’ stato sempre a conoscenza dei problemi economici che si sono incrementati già sul finire del 2009, e che hanno condizionato e continuano a farlo in questo finale di stagione. Le difficoltà esistenti sono degenerate durante la gestione commissariale, con la chiusura degli impianti sportivi e lo stop agli allenamenti della squadra. Credevamo che con il sindaco Mauri ci potesse essere una linea più comprensiva. Abbiamo chiesto ed ottenuto l’appuntamento, ma il sindaco è apparso intransigente su alcuni punti.
Speravamo di poter riavere la possibilità di far allenare i calciatori titolari, in attesa di poter chiarire ed affrontare anche la questione dei pregressi con il comune. Nulla di tutto questo. Il ritrovarsi soli, con problemi economici seri, con ancora la juniores in campo, e la necessità di fare ancora qualche punto per salvare la categoria, ha generato tensione e perdita di lucidità.
Poi l’incontro in strada con Daniele, il tentativo di avere qualche spiegazione, il confronto che si è animato e poi il litigio. Questo il racconto dei fatti. Questa la verità che mi sentivo in dovere di raccontare in difesa della mia persona e della mia naturale indole non violenta.”