Rceviamo e pubblichiamo una nota inoltrata dal giornalista Luciano Verdoliva.
Ho ricevuto con somma sorpresa una letterina via mail. A scrivere queste poche ma ingenue parole, che però hanno una notevole pregnanza simbolica, è Mirko, un bambino di appena sette anni. Mirko scrive : ‹‹Caro Luciano so che hai detto al nuovo sindaco Mauri che molti bambini hanno chiesto di potere tornare a giocare sulle giostrine del parco della scuola, anche io vorrei giocare sulle giostrine che qualche signore cattivo ha rotto. Ti prego diglielo tu al sindaco che voglio giocare e non voglio sempre stare a casa…››.
Una richiesta di una semplicità disarmante, che mi rende impotente davanti a tutte le possibili congetture fatte durante questa campagna elettorale. Grandi opere, strade comunicanti, ponti, palestre, anfiteatri sotto le montagne, ma i bambini normali chiedono anche cose normali: di potere giocare nei loro spazi, rubati dal tempo e dall’inciviltà dei vandali.
Questi vandali, una volta anche loro bambini, magari anche loro privati di quegli spazi, vandalizzati forse per rabbia, ma io azzardo anche una ipotesi più scontata, per protestare. Le azioni vandaliche nascono soprattutto dall’insicurezza sociale di ogni singolo individuo, un modo per attirare l’attenzione su uno spazio e su una particolare situazione.
Caro sindaco Pasquale ti inoltro questa richiesta, come simbolo di altrettante richieste che restano chiuse, sicuramente, nei pensierini dei quadernoni, riposti sugli scaffali delle scuole “sgarrupate” senza tempo prolungato. Oh! I bambini… Luciano Verdoliva