Dopo quasi un anno dalle ultime elezione amministrative, continua il braccio di ferro tra gli antagonisti dello scenario politico angrese, Pasquale Mauri e Antonio Squillante. «L’amministrazione comunale in questo momento, – afferma Squillante – a mio avviso, non è più legittimata ad amministrare la nostra cittá. In un certo senso ci troviamo dinanzi ad un sindaco che può essere considerato abusivo, ad un’amministrazione che di fatto non può gestire la cosa pubblica, e ad un consiglio comunale che non può deliberare».
Così s’inserisce la posizione dell’assessore provinciale che esprime un parere favorevole sulla sentenza del Tar che ha annullato il verbale di proclamazione degli eletti del 21 aprile 2010 ed ha ordinato il rinnovo delle operazioni di voto ad Angri, limitatamente alla sezione 15. Secondo il leader cittadino del Pdl, il Consiglio di Stato confermerá la sentenza del Tar, perché basata su valutazioni oggettive e non di ordine politico. Inoltre Squillante è preoccupato che le problematiche lamentate nella sezione n.15 in realtá possano riguardare anche altre sezioni del territorio. L’assessore provinciale sottolinea che il problema è molto più ampio, perché ci sono stati problemi e contestazioni anche in altre sezioni.
«Capisco che per Mauri non è conveniente ad andare a votare, – continua Squillante – perché, come ho sempre detto, non è una persona che accetta facilmente gli esiti della democrazia e del confronto, e quindi ha timore che possa succedere qualcosa all’interno della nuova tornata elettorale».
Squillante precisa a Mauri che se c’è stata una valutazione negativa rispetto ad una procedura di voto è giusto ridare la parola agli elettori. Il fatto che il sindaco di Angri, ad avviso del capogruppo consiliare del Pdl, abbia evidenziato che per soli quattro voti non può amministrare la cittá, dá il chiaro sentore che Mauri non ha il senso delle istituzioni e della democrazia, e non ha nemmeno rispetto per il voto dei cittadini. «Spero che Mauri non utilizzi queste votazioni, per risolvere qualche problema della sua maggioranza per aiutare qualche consigliere che gli fa più comodo». Maria Paola Iovino (lacittà)