La spinosa vicenda della modifica dell’articolo 11 dello statuto comunale angrese finisce in tribunale. Il presidente del consiglio, Arturo Sorrentino, difeso dagli avvocati Gaetano Montefusco e Michele D’Antonio, ha infatti presentato ricorso al Tar Salerno contro il comune di Angri in persona del sindaco Pasquale Mauri, per l’annullamento della deliberazione di consiglio comunale 67 del 15 dicembre 2011, con la quale si è proceduto alla modifica e integrazione dell’articolo 11 del citato statuto, nonché degli altri atti connessi e presupposti. L’ingegnere Sorrentino è passato direttamente ai fatti, contro quella che, a suo avviso, non è stata una mossa politica, ma una vendetta privata.
Questo concetto è stato cristallizzato dagli avvocati Montefusco e D’Antonio, che hanno offerto una dettagliata chiave di lettura: «Le variazioni dello statuto sono state concepite per regolare i conti di uno scontro politico, piuttosto che per migliorare la normativa nell’interesse pubblico, eliminandone le farraginosità». Infatti per Sorrentino l’esigenza di cambiare lo statuto è nata soltanto dopo che lo stesso, insieme ad altri tre consiglieri comunali, ha deciso di fuoriuscire dalla maggioranza guidata da Mauri per dare vita ad un nuovo gruppo indipendente.
«La stessa costruzione normativa approvata – si legge nel ricorso – con la previsione di rendere la votazione palese, di selezionare il presidente e il vicepresidente da due coalizioni politiche opposte, di revocare il presidente del consiglio comunale e il vice senza giusta causa ed in qualunque momento, e la previsione di alternare alla presidenza più soggetti nel corso della consiliatura riducendo temporalmente la durata della carica, evidenziano l’intento di tenere sotto controllo politico una delle cariche di garanzia dell’ente, istituzionalmente al di fuori dell’aspra contesa politica».
I motivi per i quali si chiede l’annullamento sono: la violazione e la falsa applicazione di legge, l’eccesso di potere per sviamento, irrazionalità e ingiustizia manifeste, l’eccesso di potere per difetto di motivazione, illegittimità derivata per contrasto degli atti impugnati con il principio di irretroattività della legge. Cade dunque una nuova tegola sull’amministrazione comunale. Si apre una nuova vicenda che farà discutere per molto tempo, e che potrebbe aggiungere nuovi fastidi alla maggioranza capeggiata dal sindaco Mauri. Maria Paola Iovino