Ancora due anni di transizione e poi scatterá il divieto di sepoltura per le salme provenienti da Sant’Egidio. E’ questo in sintesi l’accordo raggiunto in Prefettura tra i sindaci di Angri Pasquale Mauri e di Sant’Egidio Nunzio Carpentieri. Sullo sfondo il problema relativo alle inumazioni di quei residenti del comune di S. Egidio che intendono farsi seppellire nel camposanto angrese accanto ai propri cari.
Una prassi consolidatasi negli anni, visto che dal 1929 e fino al termine della seconda guerra mondiale S. Egidio faceva parte amministrativamente di Angri. Da qui il fatto che molti hanno continuato a preferire la sepoltura nel cimitero angrese, sebbene ne esista uno anche a S. Egidio.
L’incontro, alla presenza del vice prefetto Giovanni Cirillo e del dirigente dell’area raccordo degli enti locali Giuseppe Forlenza, ha fatto chiarezza. Ad accompagnare Mauri anche il segretario comunale Lucia Celotto, mentre ad affiancare Carpentieri il consigliere comunale Massimo Giordano.
La riunione è quindi servita a distendere i rapporti tra le due amministrazioni e a stabilire alcune regole a cui attenersi. L’intesa raggiunta è valida per i prossimi due anni: un periodo di tempo considerato utile per l’effettuazione di alcuni lavori di ampliamento all’interno dei due camposanti.
Per l’anno in corso e per tutto il 2013 il cimitero angrese potrá accogliere solo quei defunti del vicino comune che hanno lì giá sepolti familiari stretti e diretti: marito, moglie, figli e genitori. Si tratterebbe di una quindicina di salme l’anno.
Nessun limite alla sepoltura legato al grado di parentela per coloro che sono in possesso di una cappella gentilizia o che hanno acquistato, oppure intendono acquistare un loculo. Dal 2014 i defunti di S. Egidio dovranno trovare spazio all’interno della struttura cittadina. Pippo Della Corte