Clientelismo, nepotismo e familismo: queste, in estrema sintesi, le accuse del leader del Pd, Cosimo Ferraioli, all’amministrazione guidata dal sindaco Pasquale Mauri. Il vespaio di polemiche sollevato sui rapporti tra il figlio del sindaco di Angri e la Soget ha avuto un effetto devastante, ad avviso del capogruppo consiliare del Pd, sul legame tra governanti e governati.
«Un atteggiamento che avvantaggia chi è vicino alle leve del potere –spiega Cosimo Ferraioli- ingenera nel cittadino la consapevolezza di essere sempre più distante dall’amministratore, e di non poter mai raggiungere un beneficio, che immediato e diretto per chi è parente, nipote, figlio o amico di chi governa la città. Se il figlio del sindaco ha fatto uno stage presso la società che opera con il Comune, può generare queste convinzioni, ed è chiaro che viene meno il rapporto di fiducia. Io non voglio nemmeno dire che il figlio del sindaco ha un rapporto diverso da quello dello stage con la Soget, voglio evidenziare che i genitori che hanno i figli nella stessa condizione del figlio di Mauri si sentono defraudati ».
Ferraioli pone l’accento sulle istanze che gli hanno rappresentato i cittadini, e chiede all’amministrazione chi sono i ragazzi che lavorano alla Soget, e come sono stati scelti. «Se, dopo un certo periodo di tempo, qualcuno ha pensato di essere garantito, rivolgendosi alla magistratura, –continua Ferraioli- in qualche modo è giocoforza, non si tratta di una volontà persecutoria nei confronti di chi amministra. Quando c’è questo clientelismo e familismo viene meno la coesione sociale tanto auspicata dal sindaco Mauri». La questione era stata spesso sollevata. Maria Paola Iovino