Se domenica la città non fosse stata chiamata al voto il Comune sarebbe stato commissariato! La mancata approvazione del rendiconto è un oggettivo dato di fatto che potrebbe anche avere molteplici chiavi di lettura ma con un’unica risultante che avrebbe generato il commissariamento.
A tre giorni dalla chiamata alle urne per i cittadini tutto, invece, è destinato a passare sotto traccia con le beghe politiche che offuscano il reale problema che investe il Comune angrese che rischia il collasso finanziario anche alla luce delle prescrizioni sollecitate da parte della sezione regionale della Corte dei Conti.
I dubbi, le voci, le indiscrezioni trapelate nei mesi passati sono state confermate in aula dall’atteggiamento di alcuni esponenti della maggioranza che, forse, consapevoli delle carenze finanziarie proprio non se l sono sentita di alzare quel braccio e votare un provvedimento che avrebbe potuto provocare serie conseguenze con il possibile danno erariale da pagare di tasca propria.
Il numero legale in aula è mancato per la decisione dei consiglieri di maggioranza Galasso e Amalia Scoppa di uscire dal civico consesso poco prima della chiamata al voto. Una decisione inattesa, forse imprevista o magari già annunciata al primo cittadino alla vigilia dell’adunanza pubblica. Galasso e Scoppa si sono assunti l’onere di “sgombrare” l’aula facendo tirare un sospiro di sollievo anche ad altri componenti della maggioranza combattuti tra l’assecondare le scelte del sindaco uscente e la reale possibilità di andare incontro alla possibilità di un esborso personale per pagare i danni derivanti dall’approvazione del rendiconto.
Il solito gioco della scaricabile, piuttosto che strategia comunicativa, stavolta è servito a poco considerato che la maggioranza in questi cinque anni è sempre andata avanti come un treno nell’approvazione dei provvedimenti che interessavano, non ultima l’approvazione per la realizzazione di 147 alloggi nella zona ex Mcm, ieri, invece, le truppe di maggioranza si sono defilate lasciando la prima linea per rifugiarsi nelle retrovie.
Questo il dato squisitamente tecnico. Sul piano politico l’atteggiamento dei consiglieri “dissidenti” apre l’orizzonte a tante ipotesi non trascurabile quella di un possibile ammutinamento di parte del plotone che stanco dell’atteggiamento tirannico ha deciso di ribellarsi celandosi dietro canonico “mal di pancia” politico.