«Se l’assessora pensa che dovremmo vendere le nostre case e andarcene, sappia che qualcuno l’ha già fatto, ma non è giusto». I residenti in via Di Mezzo non hanno preso bene una delle possibili soluzioni ipotizzate dalla neo-assessora alle politiche sociali Maria D’Aniello per risolvere il contenzioso che da anni va avanti tra gli esercenti del centro storico -che rivendicano il diritto al lavoro- e gli abitanti del quartiere, che invece passano le notti ad aspettare l’alba nell’attesa che i tanti -troppi secondo qualcuno- giovani frequentatori dei locali smettano di bere, ridere e urlare proprio sotto le loro finestre.
«A volte suonano il citofono a orari assurdi solo per togliersi lo sfizio di disturbare. Si sono presi qualche secchiata d’acqua, ma a quanto pare non è bastata», racconta F. C.. L’ipotesi avanzata dall’assessora era quella di favorire il commercio incentivando la vendita degli immobili per dare vita ad una area turistica, con locali anche al secondo piano e nessun disturbo per la quiete pubblica. Ma non ci sta chi quegli appartamenti li abita da tutta la vita. «Lì ci sono le nostre case -è il commento amareggiato dei residenti -e in più è un quartiere storico.
Non è normale che di notte debba diventare il set per un tale degrado». Si riferisce soprattutto alla circolazione di alcol e droga M. M., mentre altri avanzano il problema dell’abbandono dei rifiuti: «Di mattina presto veniamo spesso svegliati da chi raccoglie le bottiglie di vetro. Non è un bel buongiorno. Se capita di dover uscire prima che venga effettuata la pulizia, la scena è da voltastomaco». Difficile stimare quanti siano a subire il disagio.
«Non sono moltissimi a vivere lì -garantisce l’assessora D’Aniello- neanche pochi, certo», aggiunge. Russo, suo predecessore, dà qualche dato in più: «Angri conta circa 2000 abitanti per chilometro quadrato. In tutta la zona del centro storico si stima più o meno la stessa densità abitativa». Non piace a tutti l’idea che quella densità cali in difesa di un vantaggio economico per gli esercenti.
«Io capisco si debba aiutare i commercianti -spiega un residente- ma esistono altri valori a cui si dovrebbe dare un peso maggiore. Noi abbiamo un legame affettivo con questo quartiere. Chi ci lavora ha un legame economico, ma potrebbe guadagnare anche altrove». Se non piace l’opinione dell’attuale assessora, vero è che il rapporto con l’amministrazione sembra essere sempre stato complesso. «In passato -racconta M.M.- ci era stato promesso che almeno non sarebbero state aperte discoteche. Non si balla, ma alcuni locali diffondono musica a tutto volume fino a tardi». Valentina Comiato (lacittà)