Paura, morte, devastazione. In pochi minuti di quel fatidico 23 novembere del 1980 la natura cambiò il destino di territori segnati da una scossa che ha traumatizzato diverse generazioni.
Erano le 19,35 di domenica 23 novembre 1980. Un’onda sismica del settimo-ottavo grado della scala Mercalli, equivalente ad una magnitudo fra 6,5 e 6,8 della scala Richter, scosse l’Appennino meridionale, tra Campania e Lucania, con epicentro l’area di confine tra le province di Avellino, Salerno e Potenza.
Negli occhi e nella mente ricordi che si rincorrono tra sguardi increduli di bambini ignari di ciò che stava accandendo e il terrore sui volti di adulti.
Bastarono pochi attimi a scuotere la terra e l’animo di quel popolo del Sud che ha pagato con tante vite umane lo smacco della natura.
Angri e gli angresi pagarono a caro prezzo il sisma di quel 23 novembre 1980. Nove le vite spezzate dalla furia devastatrice del sisma: Andrea Adinolfi, Alessio Maria, Della Monica Eduardo, De Vivo Giulio, Novi Giovanni, Petti Giovanni, Sellitto Giuseppe, Stile Anna, Nappi Gerardo.
A distanza di 37 anni il popolo angrese si stringe al dolore delle famiglie e prega per le vittime di quella catastrofe.