L’eroe delle “notti magiche” di Italia 90’, Totò Schillaci, ha vissuto un’intera giornata nella città doriana in occasione della mostra organizzata dal gruppo “Angri Tricolore” per celebrare i venti anni al seguito della nazionale italiana.
Il Castello Doria ospiterà fino a domani sera la mostra “Un secolo d’azzurro” con cimeli dai quali trasuda la centenaria storia degli azzurri che ha visto tra i protagonisti anche l’attaccante siciliano.
“Il calcio deve essere un elemento di socializzazione e di crescita per le comunità e questa mostra rappresenta davvero qualcosa di meraviglioso ed emozionante non solo per gli appassionati di calcio ma per tutta la gente che si rivede e raccoglie intorno agli azzurri – ha esordito l’attaccante della Nazionale – per quanto mi riguarda ho provato intense emozioni percorrendo le sale allestite dai ragazzi di Angri Tricolore, ho ammirato le maglie azzurre, le zolle dei campi che hanno segnato la storia dell’Italia ma anche avuto modo di vedere gli scarpini e i palloni con cui si giocava nei primi anni di attività”.
Tra le maglie della nazionale presenti nella mostra c’è anche quella indossata dall’attaccante siciliano che attendeva di essere griffata personalmente dal principale protagonista del sogno azzurro di Italia 90’.
“Il calcio ha il potere di farti entrare per sempre nel cuore della gente – ha affermato Schillaci – sono trascorsi trentadue anni da quel mondiale ma la gente ancora si ricorda di quanto abbiamo fatto nonostante l’epilogo non sia stato trionfale, è qualcosa che non trova una razionale spiegazione, tutto è custodito nella passione e nell’amore della gente!”.
Schillaci si è prestato alle foto degli appassionati che sono arrivati nella città doriana da ogni parte della regione anche per tributare il giusto riconoscimento al gruppo di “Angri Tricolore” che per diversi mesi ha lavorato all’organizzazione dell’evento.
“La mostra è qualcosa di unico per il mondo del calcio – conclude Schillaci – quel calcio che soprattutto in queste realtà viene vissuto con passione, impegno e tenacia che portano i tifosi a seguire squadre che militano nei campionati dilettantistici percorrendo centinaia di chilometri, è il calcio della gente, quello genuino, che deve fare i conti con la precarietà degli impianti sportivi che soprattutto al Sud rappresentano il nervo scoperto per tante realtà. In Campania sono venuto a giocare tantissime volte da avversario quando indossavo la maglia del Messina in serie C, ricordo il calore e l’entusiasmo della gente, tutto meraviglioso!”.
(foto di Paolo Battaglia)