Rifiuti, erba alta, tronchi morti. E’ questo lo scenario di piazza Annunziata dove i residenti continuano a segnalare disservizi da parte di chi ha competenza politica e amministrativa nel garantire servizi che rientrano sotto la voce, manutenzione ordinaria.
Lo stato di degrado emerge dalle foto pubblicate da Paolo Novi che ha inteso richiamare l’attenzione dell’amministrazione comunale e nella fattispecie il comparto ambientale coordinato dall’assessore Ciro Calabrese.
“A distanza di un anno, ben 365 giorni, dalla pubblicazione di questo mio post, nulla è cambiato se non la forza della natura di questi alberi stroncati che vogliono ancora vivere e con una grande resistenza ne danno meraviglia, come una verità stroncata che prima o poi vuole ritornare alla luce – scrive Novi – radici malate, tronchi morti ed altre motivazioni simili, hanno visto negli ultimi anni abbattere e condannare a morte decine di alberi del nostro territorio. Motivazioni che giustificano e liberano solo le coscienze di chi una coscienza forse non ha, motivazioni che restano ipocrite allo stesso modo di false “verità” e tante promesse mai mantenute, come le piantumazione di tutti gli alberi abbattuti e stroncati che aspettiamo da anni”.
La condizione di abbandono in città interessa le aree periferiche ma anche il cuore della città che spesso finisce ai margini dell’attività politica della compagine guidata da Cosimo Ferraioli. Le segnalazioni si perdono tra i meandri della macchina comunale lasciando ai cittadini la convivenza con problematiche anche di facili soluzioni.
“Magari fosse solo una politica ipocrita, ma ben più grave è l’incapacità e l’incompetenza che non ha “ammazzato” solo alberi innocenti o degradato intere aree che invece dovevano essere solo difese e tutelate come quella dell’Annunziata, ma che ha condannato ed “ucciso” da tempo una intera comunità – precisa Paolo Novi – Una collettività che ormai è talmente abituata alla disarmonia che non riesce neppure più a distinguere le tante bruttezze di questo paese, che in tutti questi anni, ci hanno costretto a subirle, far passare e rendere quotidianamente normalità. Hanno reso il minimo dell’ordinario nel massimo dello straordinario, dove il singolare o l’eccellente si è ormai estinto da tempo. anta amarezza, tristezza e dispiacere investono la mia persona per quello che questi incapaci hanno causato senza neppure provare un minimo di “scuorno”…. D’altronde dove non vi è vergogna, manca virtù ed onore”, conclude Novi.