La mancata presenza della squadra a Trapani finisce di diritto nella quasi centenaria storia del club grigiorosso che tra voli pindarici e cadute rovinose non aveva mai subito l’onta di una gara persa per l’assenza sul campo di gioco!
E’ successo ma non doveva succedere per rispetto della storia, della gente e di quanti vivono questa passione in maniera viscerale ognuno come vuole e come può.
L’amarezza è tanta perché oltre all’episodio spiacevole, quanto evitabile, c’è il clamore del proscenio nazionale che giustamente amplifica una pessima figura compiuta da questa società ma che al tempo stesso investe l’intero ambiente calcistico cittadino.
Le responsabilità sono tutte ascrivibili alla dirigenza che non ha saputo pianificare la trasferta in terra isolana prevedendo con immediatezza un piano B che potesse comunque condurre la squadra al “Provinciale” di Trapani ad onorare l’impegno.
E poco importa ora trovare il colpevole in seno al gruppo dirigente da dare in pasto alla pubblica opinione. Il danno è compiuto!
L’approssimazione nella gestione di tale vicenda è disarmante soprattutto se investe un gruppo dirigenziale che ostenta professionalità, organizzazione e accolto con gli onori da un popolo che idolatra il forestiero e denigra il vicino.
Occorre rispetto! Rispetto per la tifoseria, per il club e per la città che dopo la vagonata di fango dello scorso gennaio si ritrova a finire nella giungla mediatica per fatti, decisamente meno gravi, ma pur sempre lesivi dell’immagine di un club che viaggia verso i 100 anni di storia.
La critica è dovuta e speriamo possano i responsabili farne tesoro, meno le offese, le ingiurie, le calunnie prodotte proprio da chi fino all’altro giorno “ha mangiato nello stesso piatto” ostentando amicizia, foto e convivialità e oggi si affretta a prendere le distanze da coloro che sono battezzati come il male del calcio cittadino. Serve rispetto ma anche un briciolo di coerenza!