La manifestazione d’interesse al cambio di finalità dei beni confiscati alla criminalità organizzata è stata oggetto di approvazione da parte della giunta comunale. Il provvedimento nei fatti autorizza il sindaco a presentare richiesta di manifestazione all’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni confiscati per il cambio della finalità di destinazione sociale a finalità economica, per la loro locazione, di alcuni immobili che sono iscritti alla proprietà indisponibile dell’Ente comunale.
A fare luce sulla vicenda l’assessore con delega al patrimonio Maria Immacolata D’Aniello: “La delibera approvata in giunta è stata proposta dopo un tavolo tecnico, tenutosi in Prefettura che ha registrato la partecipazione del Comune di Angri, dei funzionari preposti della Prefettura di Salerno e dell’Agenzia nazionale dei beni confiscati e della DDA – precisa la responsabile politica del comparto patrimonio – in quella sede abbiamo sottoposto ai presenti il report sui beni confiscati che ci sono stati trasferiti e abbiamo concordato, come da normativa vigente, anche la possibilità di locazione. Il Comune di Angri ha sempre tenuto in considerazione, prioritariamente, l’uso a scopo sociale dei beni confiscati come dimostrano le attività in itinere!”. Tuttavia, la scelta ha ingenerato la presa di posizione di alcune compagini civiche locali che hanno evidenziato la singolare decisione adottata dall’esecutivo guidato da Cosimo Ferraioli.
“Questa mossa, presentata come un’opportunità di sviluppo economico per la città, si rivela invece come un tradimento dei valori fondamentali della giustizia sociale e della lotta alla criminalità organizzata – spiega Eugenio Lato, rappresentante del gruppo civico “Fronte Civile – Stay Angri – quando le istituzioni dovrebbero essere baluardi della comunità, assistiamo all’indebita influenza delle corporazioni e dei loro interessi, che si insinuano nei corridoi del potere comunale per garantire il loro tornaconto il cambiamento della destinazione d’uso dei beni confiscati dovrebbe essere una vittoria per la giustizia e la solidarietà, non un’opportunità per il profitto privato a spese del bene pubblico. È un’affermazione dolorosa della persistente presenza dell’interesse personale e dei giochi di potere, che minacciano di erodere il tessuto stesso della nostra società”.