È apparso in video manco fosse la Madonna di Fatima o, più prosaicamente, come la Barbara nazionale. Tronfio, saccente, prolisso ed inconcludente come suo solito, il mio meritato sindaco non ha tradito alcuna aspettativa.
Doveva parlare degli sviluppi sull’affare del cantiere sottoposto a sequestro giudiziario, e lo ha fatto come peggio non poteva. Confesso che quando ho visto il servizio proposto da una nota testata giornalistica locale, non ho resistito ed ho preso appunti: con decine di “stop & go” ho sviscerato i contenuti soffermandomi su ogni singola sua affermazione, espressa, tra l’altro, senza cambiare minimamente la mimica facciale.
Ammetto che sono stato tentato di “analizzare” i contenuti del video messaggio e di controbattere ogni singola asserzione che il primo cittadino ha snocciolato, quasi fosse stato chiamato alla cattedra dalla sua maestra di prima elementare. Non l’ho fatto.
Quindi ora mi limiterò a confutare le storture più evidenti che mi è capitato di notare nel suo monologo e, quasi contando sulle dita delle mani, comincerò dal suo concetto di “denuncia” che, secondo lui, dovrebbe essere presentata solo con solide basi: vuol dire che il cittadino comune non può presentare istanza perché non ha le competenze? Ma, non è forse vero che dopo svariate segnalazioni di cittadini, di organi di stampa e di rappresentanti della politica locale (mai prese in considerazione dagli uffici competenti), ad un certo punto l’autorità giudiziaria è dovuta intervenire e, a seguito di perizia svolta dal consulente tecnico d’ufficio, procedere quindi al sequestro del cantiere? Evidentemente le solide basi c’erano, eccome!
Ma secondo il mio meritato sindaco non vi era alcun pericolo per la pubblica incolumità malgrado il “fronte di scavo” (com’è squisitamente tecnico quando vuole il nostro ingegnere), abbia su due lati civili abitazioni e sugli altri due, strade e giardini pubblici. Poi, con la teatralità di cui ormai è consumato fruitore, si è “coronato” la testa di spine ed ha affermato che tutto quello che è successo è la conseguenza di un attacco personale, e che le ripercussioni hanno colpito l’ignara cittadinanza che, “per mancata conoscenza”, si ostina a dare la colpa dei problemi della nostra comunità alla funzione politica di palazzo di città, che ormai si muove in “spazi ridotti”, piuttosto che riconoscere la responsabilità dei dirigenti e dei tecnici (la burocrazia comunale ndr).
Ma il mio meritato sindaco vuole forse dire che tutte le delibere dirigenziali e gli atti amministrativi non vengono proposti e comunque approvati dalla giunta e votati in consiglio comunale? Mi sembra di vivere in un mondo alla rovescia più di quello descritto da quel noto ex generale che non si deve nominare! Ma il clou della “sceneggiata” si è raggiunto quando, quasi con nonchalance, ha dichiarato che “noi in questa vicenda siamo parte lesa”.
Noi chi? Possibile che non si renda conto che in quanto sindaco è il committente ed il garante di ogni singola opera pubblica posta in essere sul territorio cittadino? E, checché se ne dica, è lui il responsabile primo ed ultimo del cantiere incriminato (confermato anche da lui stesso quando ha affermato tra l’altro di essere stato, giustamente, nominato “custode giudiziario” dell’area sottoposta a sequestro); ne consegue che lui, stando alle sue parole, si ritrova ad essere parte lesa in una controversia dove, essendo committente, garante e custode, è anche il responsabile dell’offesa stessa.
In un mondo obnubilato dalle false promesse ed avvelenato dalle continue esaltazioni e glorificazioni, dove il mio meritato sindaco ha pescato a piene mani pur di ottenere elezione e rielezione, diventa sempre più difficile ritagliarsi un pezzetto di legalità e di genuina partecipazione alla vita politica, sociale ed economica.
Direi che per adesso basta così. Io non ammetto processi e gogne mediatiche, ed essendo un garantista per vocazione civile, non emetto giudizi tantomeno dispongo condanne, ma da cittadino mi sento oltremodo offeso dalle parole che, chi rappresenta le istituzioni, dovrebbe pesare e centellinare dopo accurata e misurata scelta.
Forse il sindaco, quando hanno presentato il progetto, quando lo hanno approvato, quando decine di segnalazioni sono giunte alle istituzioni, quando era evidente che qualcosa non stava andando per il verso giusto, ripeto forse, non c’era e se c’era dormiva, così come quando ha registrato il citato monologo che è tutt’ora reperibile online. Anche se ad un attento esame, gli occhi li teneva ben aperti, con quella piega sorniona e paziente di chi cerca di spiegare a degli ignoranti le sue verità sul mondo.