L’assenza di una programmazione strategica per rilanciare il commercio locale resta al centro della discussione politica all’indomani delle criticità palesate dai negozianti e da una crisi economica che necessiterebbe di supporto e iniziative soprattutto attraverso fondi e strumenti che l’amministrazione comunale dovrebbe intercettare da fondi messi a disposizione dagli Enti sovracomunali.
“La nostra città ha sempre meno negozi. Non dimentichiamo la loro importanza per la coesione sociale fungendo da punti di aggregazione per la comunità. Anche il ruolo delle associazioni di categoria riveste una funzione importante per gli associati come supporto e assistenza – spiega Ciro Francese – la nostra amministrazione è molto distratta non avendo la capacità di intercettare nessun forma di finanziamento utile per il settore. Confocommercio fotografa uno scenario tutt’altro che roseo: nel 2023 in Italia hanno chiuso 31.000 negozi. La grande sfida è realizzare una sorta di “centro commerciale naturale”.
Tuttavia, sul territorio si è registrata l’apertura di centri di grande distribuzione che contribuiscono alla chiusura dei negozi di vicinato.
“Ad Angri continua la nascita di strutture di grande distribuzione che distruggono le piccole attività a conduzione familiare. L’amministrazione comunale dovrebbe spingere le piccole attività commerciali ad unirsi e a lanciarsi sul digitale per ottenere benefici attraverso il canale della commercializzazione online”, chiosa Ciro Francese.