Don Luigi La Mura festeggerà questa sera il cinquantesimo anno di sacerdozio presso la parrocchia di Santa Maria di Costantinopoli. L’attesa cresce per celebrare al meglio una figura iconica nella città doriana in cui il sacerdote ha sempre avuto un ruolo fondamentale riconosciuto dalla popolazione e da centinaia di bambini che sono cresciuti sotto lo sguardo premuroso e vigile di colui che ha sempre riservato un’attenzione particolare ai piccoli abitanti.
La cerimonia comincerà alla ore 19,00 con la Santa Messa che vedrà la partecipazione della massime autorità religiose e civili, subito dopo nel piazzale antistante la chiesa proseguirà il momento conviviale con i fedeli, gli scout e i tanti cittadini legati al sacerdote angrese.
“Credo che l’attesa sia più negli altri che in me – dichiara Don Luigi La Mura – in me c’è più la continuità della libertà che ha motivato la mia scelta di diventare prete, oggi, nella memoria dei cinquant’anni si fa momento di riflessione e gratitudine al Signore, autore di ogni bene e lì che il popolo si unisce alla mia memoria”.
Il ministro di dio si è fatto promotore di molteplici iniziative che negli anni sono riuscite a raccogliere adesioni e ampia partecipazione soprattutto in campo sociale con il parroco sempre pronto ad accogliere e sostenere aiuti verso le fasce meno fortunate. La figura di Don Luigi viene accostata al mondo dei bambini e degli scout, un motivo di orgoglio per il sacerdote.
“I bambini sono il domani di ogni storia civile, politica e culturale, noi che viviamo le stagioni della vita dobbiamo, l’imperativo è categorico dell’essere preti, prestare molta attenzione a loro perché l’educazione è consegnare il domani sul fondamento dei valori familiari e culturali in cui famiglia e scuola presiedono e devono essere affiancati anche dai riferimenti dei valori religiosi, i bambini si attendono dai sacerdoti non tanto l’abilità nel parlare ma la coerenza dell’essere testimoni dei valori, ciò che oggi mi tormenta maggiormente è il dualismo tra credibilità ed essere credente – spiega Don Luigi – a chi mi chiede continuamente se sono credente o se sono credibile, io cerco di fare una sintesi rendendo credibile ciò in cui credo”.
Cinquantanni di sacerdozio rappresentano un lungo cammino nel mondo della chiesa ma Don Luigi La Mura, grazie anche al suo impegno nel mondo della scuola come professore al liceo “La Mura”, è divenuto una sentinella della comunità doriana. “Cinquanta anni per molti rappresentano un addizione del tempo – continua il parroco – per me rappresentano ancora uno spazio per poter sognare, non per me ma per gli altri. Angri ha avuto una rivoluzione, come tutti i popoli, ha avuto una evoluzione, prima industriale e adesso tecnologica e pertanto bisogna adeguarsi a comprendere, educare e comunicare con gli attuali linguaggi”.
Don Luigi ricorda anche il momento più importante e drammatico che ha interessato la città: “il segno più significativo è stato il terremoto del 23 novembre 1980 dove la coscienza della solidarietà si è scossa e ha agito fortemente, nei silenzi operativi, c’è stata tutta l’unione di un popolo e tra questi ho dato una mano e ciò che mi conforta è sapere che qualcuno preso sotto le macerie e vivo ancora!”.
La chiesa di Santa Maria di Costantinopoli rappresenta la traccia materiale dell’impegno del prete angrese riuscito nell’impresa di realizzare una chiesa innovativa in cui gli elementi aria e luce hanno un ruolo primario.
“Il punto più alto per un sacerdote non è costruire chiese ma costruire la chiesa, ovvero, persone che si ritrovano in un’unica fede a far memoria del risorto. Quando sono arrivato dopo il terremoto ho capito che i bambini del catechismo necessitavano di uno spazio dignitoso e non angusto”.