L’ente comunale ha chiesto una anticipazione alla Cassa depositi e prestiti per fare fronte ad alcune ordinanze di abbattimento di opere edilizie risultate abusive per i quali gli accertamenti risalgono addirittura al 1994 con le successive sentenze di demolizione protocollate nel 1998.
Le somme richieste dal Comune si avvicinano ai novantamila euro per dare applicazione alle decisioni della magistratura. Nel primo caso si tratta di “costruzione, composta da piano cantinato e piano rialzato con struttura portante in cemento armato, insistente su una superficie di mq 102,50 circa, per una altezza complessiva di m 5,40 ed una cubatura di mc 553,50; le strutture, impalcate alla data dell’accertamento, sono state rifinite e l’immobile è stato destinato a residenza”. Un fabbricato che si trova in via Orta Longa traversa De Vivo per il quale la Procura Generale della Repubblica ha richiesto al Comune di assumere il finanziamento occorrente alla demolizione del manufatto abusivo.
I costi presumibili, stimati dal consulente tecnico nominato dalla Procura Generale, per l’abbattimento in 45.670,04 euro comprensivi degli onorari professionali; tale costo sarà addebitato al condannato.
“Si tratta di atti dovuti che hanno seguito un lungo percorso procedurale – spiega il commissario straordinario Alessandro Valeri – pratiche che sono andati avanti con una certe difficoltà nel corso degli anni e che trovano applicazione in seguito ad un iter tortuoso che ci consentirà comunque di concretizzare quanto disposto dalle autorità di competenza”.
L’altro caso di abbattimento interessa un “un capannone in lamiere coibentate, con altezza media di m 4,60, per una superficie di sedime pari a mq 162 e una volumetria di mc 632 circa oltre ad un corpo, sul lato est del suddetto capannone, con altezza massima di m 2,60, per una superficie di mq 25,00 ed una volumetria di mc 65,00 circa, realizzato successivamente”, realizzato in via Orta Loreto.
La sentenza è stata emessa dal Tribunale Ordinario di Nocera Inferiore in data nel gennaio 2006, divenuta irrevocabile, mentre l’ordinanza di demolizione risale a tre anni prima. I costi presumibili per l’abbattimento sono pari ad un importo di 42.966,50 euro comprensivo degli onorari professionali.
Il Comune in entrambi i casi si dovrà “impegnare a restituire l’anticipazione, comprensiva della quota di gestione del Fondo pari allo 0,1 per cento in ragione d’anno sul capitale erogato, entro 60 giorni dall’effettiva riscossione delle somme a carico dei responsabili degli abusi, e comunque entro il termine massimo di cinque anni dalla data di concessione”.
All’ufficio urbanistica, guidato dal responsabile dell’unità operativa complessa, Flavia Atorino, si stanno esaminando altre pratiche simili che andrebbero ad interessare altre strutture finite nella rete dei controlli anni addietro e per le quali sono arrivata al capolinea le procedure.
Il Comune potrà attingere alle anticipazioni della Cassa depositi e prestiti per affrontare le spese, tuttavia, prima di procedere alle operazioni i proprietari potranno procedere all’autodemolizione che potrebbe consentire loro di abbattere i fabbricati risultati abusivi e allo stesso tempo sostenere dei costi inferiori per la demolizione.