Si è trasformato in una micro discarica il “muro della gentilezza” collocato, nei locali di proprietà dell’Istituto autono case popolari di Salerno, di piazzale Lazio nel “Quartiere Alfano”.
Nell’intento dell’assessore alle politiche sociali, Maria D’Aniello, sarebbe dovuto diventare un punto di riferimento dei cittadini per donare abiti, giocattoli o altro materiale a persone che ne hanno bisogno.
Nell’arco di pochi mesi, complice l’inciviltà dei cittadini e l’assenza di controlli, è diventato luogo di accumulo non solo di capi di abbigliamento ma di svariati materiali. La struttura viene gestita grazie al prezioso contributo del nucleo locale delle Guardie Ambientali e di alcuni volontari che solitamente sono presenti nei locali due volte a settimana.
Il lavoro degli operatori permette di sistemare il cumulo degli abiti depositati all’esterno e di effettuare una cernita dei capi da poter consegnare a quanti ne fanno richiesta presso la sede ubicata nel “Quartiere Alfano”.
L’attuale collocazione del “muro della gentilezza” non appare funzionale considerato che la zona non è frequentata e, pertanto, lontano dal controllo condizione che favorisce non solo il deposito di altro materiale ma anche l’azione di coloro che alla ricerca di un capo di abbigliamento svuotano le buste riversando tutto a terra.
L’impegno delle Guardie Ambientali resta proficuo e meritevole, tuttavia, la mole di oggetti lasciati non può essere smaltita e sistemata nell’arco di poche ore settimanali. Chi dona lascia le buste piene di vestiti presso l’immobile ma chi prende, autonomamente, scarta e dissemina l’area di oggetti che spesso diventano preda dei randagi che dimorano nella zona e a volte espletano i propri bisogni sui capi d’abbigliamento lasciati a terra rischiando di provocare criticità igienico sanitarie tra i volontari che operano presso la struttura.
Come strutturato, attualmente, il “muro della gentilezza”, pur facendo registrare numerose donazioni, rischia di diventare un luogo dove i cittadini incivili si sentono in diritto di sversare ogni tipologia di rifiuto.
Occorre trovare soluzioni che siano funzionali all’iniziativa che pur essendo lodevole rischia di trasformarsi in un problema per quanti sono chiamati a gestire il servizio.
Nei mesi passati si sono registrati altri episodi simili provocando imbarazzo e amarezza nei promotori del progetto che si fonda sulla solidarietà e la condivisione.