Duecentoventi giorni non si sono rivelati utili per dipanare la vicenda relativa all’assegnazione dei beni confiscati alla criminalità che rientrano nel patrimonio indisponibile del Comune di Angri in seguito al riconoscimento da parte dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata di attribuirne la gestione a palazzo di città.
Al ritmo compassato della macchina amministrativa si sono aggiunte altre problematiche che hanno rallentato le procedure. La commissione designata a valutare le proposte, giunte nello scorso febbraio a palazzo di città dopo la pubblicazione del bando pubblico, ha fatto segnare dei cambi legati a vicende personali di alcuni componenti sostituiti per motivi personali.
I nuovi rappresentanti dell’Ente di via Crocifisso avranno l’onere di verificare la documentazione inoltrata da gruppi associativi e cooperative salvo poi valutare la qualità delle proposte articolate.
La telenovela dei beni confiscati è ricca di circostanze che hanno portato il Comune di Angri a finire sotto la lente di ingradimento della Prefettura di Salerno costretta ad intervenire per fare luce sui tempi decisamente lenti per la pubblicazione del bando e per alcune vicende relative all’occupazione abusiva da parte di alcune associazioni di un appartamento collocato in via Madonna delle Grazie.