E’ tutto da rifare in merito all’assegnazione dei beni confiscati alla criminalità e assegnati al Comune di Angri.
Ad un passo dal completamento delle procedure la commissione formata dal presidente Marco Previdera e dai componenti Michele Grimaldi e Manuela Vitale “ha rilevato che tra le prescrizioni (tra l’altro a pena di esclusione) non figura quello relativo alle spese previste pur essendo pur essendo, questo, un rilevante elemento riportato nella griglia di valutazione, alla terza voce degli elementi che la compongono (“…somma investita nella ristrutturazione, adeguamento funzionale e allestimenti del bene”).
Atteso che tale situazione comporta un’evidente disparità nell’attribuzione dei punteggi tra chi ha indicato tale somma e chi non l’ha indicata, questa Commissione ritiene di dover rappresentare al RUP l’opportunità di riconsiderare l’Avviso, anche al fine di uniformarlo agli standard nazionali, tenendo conto della documentazione disponibile e scaricabile dal sito web dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata”, si legge nel corpo del verbale.
La risultante di mesi di lavoro boccia il lavoro prodotto dal settore patrimonio del Comune di Angri rispedendo al responsabile del procedimento, Giovanni Losco, la competenza per ridefinire un nuovo avviso pubblico tenendo in considerazione le norme indicate dalle leggi in materia.
L’imbarazzo a palazzo di città è evidente con la componente politica rimasta sorpresa rispetto a quanto emerso dal lavoro meticoloso della commissione che ha sollevato dubbi sulla validità di un bando che continua ad avere un percorso tortuoso che si prolunga ormai da anni.
Nei mesi passati la Prefettura di Salerno era intervenuta in diverse occasioni per ottenere lumi in merito alla gestione dei beni confiscati che ricadono sotto la competenza del Comune di Angri e anche le forze dell’ordine, in diverse circostanze, hanno posto in essere verifiche accurate per fare luce sulla vicenda.