Sono cominciati in maniera concrete le operazioni di lavoro propedeutiche all’abbattimento del ponte Marconi nella zona a confine tra i territori di Angri e San Marzano sul Sarno.
Un percorso procedurale macchinoso e variazioni di carattere tecnico hanno ingenerato la sfiducia tra i residenti e gli stessi enti coinvolti in una riunione allargata tenutasi lo scorso mese di gennaio presso la sede della Regione Campania.
Mesi di vana attesa che ha alimentato i dissidi e prodotto un fiume di polemiche con i cittadini che hanno tacciato di immobilismo le istituzioni locali e regionali. L’avvio dei lavori per quanto concerne l’allestimento della griglia di sollevamento precederanno l’abbattimento del ponte finito al centro dell’attenzione mediatica.
“Finalmente, con le dovute cautele, possiamo annunciare l’inizio dei lavori che saranno diretti dalla Protezione Civile – spiega Eugenio Lato del Comitato Salute e Sicurezza – pare che si stia cominciando a muovere qualcosa dopo anni di rinvii e speranze, e alle chiacchiere si stanno sostituendo progetti veritieri”. Il piano di lavoro prevede diversi passaggi operativi con una prima parte che prevede la costruzione della griglia di raccolta dei rifiuti.
“Il prossimo 22 agosto saranno realizzati i piloni per posizionare la griglia di sollevamento. A gennaio scorso ci era stato garantito che nell’arco di due mesi i lavori sarebbero stati completati ma vogliamo anche accettare i ritardi l’importante che si faccia davvero qualcosa di concreto, ci hanno detto che il 29 agosto ci sarà il posizionamento della griglia che avrà come logica conseguenza l’abbattimento del ponte Marconi”, prosegue l’esponente del Comitato Salute e Sicurezza. I residenti, tuttavia, intendono tenere alta la soglia di attenzione rispetto ad una situazione che potrebbe alleviare i problemi generati dagli allagamenti.
“Noi, ovviamente, saremo vigili affinché questi lavori vengano svolti in maniera ottimale, siamo felici che qualcosa si stia muovendo soprattutto perché questo tipo di operazioni possa portare al dragaggio del Rio Sguazzatoio e dei 24 chilometri del corso d’acqua che confluisce nel fiume Sarno e portare al disinquinamento”, chiosa Eugenio Lato.
I ritardi che hanno rallentato l’avvio dei lavori sono imputabili alle verifiche compiute dai tecnici della Regione Campania e dal Consorzio di Bonifica che hanno fatto emergere la presenza di una rete fognaria vicina al corso d’acqua e nei pressi la presenza di una rete dell’energia elettrica.