La pesante sconfitta a Casarano ha fatto deflagrare il malcontento dell’ambiente per i risultati raccolti finora dal club doriano. Le aspettative elevate stridono con la realtà dei fatti e con una squadra che per diversi motivi non riesce a trovare continuità nei risultati e nelle prestazioni.
Il capro espiatorio, come avviene sovente nei momenti complicati, diventa l’allenatore, nel caso, Stefano Liquidato tacciato da parte della tifoseria come responsabile unico di mancati risultati e di scelte discutibili che avrebbero compromesso l’andamento dei match in alcune occasioni.
E siccome il calcio è materia opinabile, la verità, forse, risiede anche altrove. L’Angri si ritrova a fronteggiare un girone equilibrato verso l’alto con compagini che non si sono risparmiate in termini di investimenti tecnici elevando l’asticella di un raggruppamento in cui anche il fattore ambientale ha il suo peso specifico.
Altro elemento da tenere in considerazione è l’allestimento dell’organico grigiorosso che sta dimostrando di essere afflitto dalla “Longo dipendenza”. Le qualità tecniche e le attitudini del bomber non sono messe assolutamente in discussione ma occorre guardare in faccia alla realtà e mettere in conto che non è possibile fare affidamento solamente sul cannoniere grigiorosso.
La difesa non è il punto forte della squadra! Non si tratta di una riflessione presumibile di carattere personale ma dell’analisi di freddi numeri che fanno dell’Angri la seconda peggior difesa del campionato (18 reti) alle spalle della sola Palmese.
Dall’estate si vocifera dell’arrivo di un rinforzo nel reparto centrale (Poziello, Donida e Di Somma) dove Manè, arrivato come rincalzo, è divenuto il cardine di un settore che deve fare i conti con gli infortuni di Allegra e l’addio di D’Orsi arrivato con ben altre aspettative.
Celiento è andato via, il rendimento non era quello previsto dalla società e dall’ambiente.
Cardore da settimane è relegato ai margini per infortuni e scelte tecniche. Virgilio ha giocato una porzione di gara in Coppa Italia e il centrocampo deve fare affidamento sugli inamovibili Fabiano ed Herrera che tirano il carro da inizio stagione con De Marco spesso sacrificato nel ruolo di terzino.
Non è tutto negativo, assolutamente, ma bisogna correre ai ripari tempestivamente perché questa squadra necessita di accorgimenti efficaci per evitare un altro campionato di incertezza e sofferenza che la tifoseria tutta non merita!
E, intanto, i numeri al “Novi” sono da capogiro in termini di presenze e, presumiamo, di incasso. In trasferta non c’è stadio che non sia stato cromaticamente colorato di grigiorosso e investito del calore della gente doriana.
Un dato inconfutabile, al netto delle dovute proporzioni, nella sciagurata stagione passata l’Angri dopo dieci giornate aveva tre punti in più (14) rispetto al campionato in corso!