I cittadini angresi si sono visti recapitare accertamenti Imu per aree fabbricabili divenute tali o che hanno subito modifiche a seguito del cambio di destinazione urbanistica operato con il PUC adottato nel 2016. Un’azione che ha provocato la presa di posizione delle forze di opposizione ma anche dei professionisti locali che si ritrovano a fronteggiare le perplessità degli utenti rispetto all’arrivo di comunicazioni che hanno destabilizzato decine di cittadini.
“Progettiamo Angri”, per il tramite del consigliere comunale Domenica D’Auria, ha chiesto, “che siano scomputati dal quantum debeatur le somme già versate a titolo di IMU, per gli anni oggetto di rettifica, in base alle pregresse destinazioni urbanistiche ed ai precedenti valori. Infatti sono molti, se non tutti, i provvedimenti che non hanno tenuto conto di quanto già pagato dai cittadini angresi a titolo di IMU per aree agricole divenute edificabili in seguito al PUC 2016. In relazione a ciò, l’Ufficio tributi ha chiarito che sono in corso le dovute rettifiche in autotutela”. L’esponente del gruppo consiliare ha sottolineato anche un altro aspetto. “Il Comune non ha adempiuto agli obblighi posti a suo carico dall’art. 31, comma 20, della legge 27 dicembre 2002, n. 289, il quale impone, all’atto dell’attribuzione ad un terreno della natura di area fabbricabile, di comunicare il cambio di destinazione urbanistica “al proprietario a mezzo del servizio postale con modalità idonee a garantirne l’effettiva conoscenza” spiega D’Auria.
IL PARERE DEGLI ESPERTI DEL SETTORE
Sulla stessa lunghezza d’onda anche diversi esperti contabili e commercialisti della città che hanno manifestato dubbi in merito alle decisioni adottate dall’ente comunale.
“L’ IMU sulle aree edificabili è stato un tema che negli anni ha generato un ampio e articolato contenzioso tra Comuni e contribuenti – dichiara Antonietta Giordano commercialista – dall’excursus giurisprudenziale, appare evidente che la Suprema Corte, sia giunta finalmente ad un orientamento univoco, bisogna rilevare comunque che rimane in gioco l’individuazione dell’effettivo valore venale dell’area edificabile il quale risulta non sempre agevole e di facile determinazione.
Di sicuro questi criteri non faranno diminuire il contenzioso IMU sulle aree fabbricabili che avrà come “campo di battaglia” non più la natura giuridica del terreno, ma l’individuazione dell’effettivo valore venale del terreno secondo le peculiarità dello specifico terreno. Almeno ora gli operatori hanno finalmente chiaro che secondo la giurisprudenza della Suprema Corte l’aspetto da sviscerare per la corretta tassazione IMU delle aree fabbricabili, è solo una questione di valore.
L’ Amministrazione che, ha adottato il piano Urbanistico del Comune di Angri, vigente dall’anno di imposta 2017 e le relative NTA approvate con delibera di adozione del C.C. n. 111 del 13 ottobre 2016, solo con delibera di Giunta Comunale n. 2 del 24/01/2023 sono stati determinati per zone omogenee i valori venali in comune commercio delle aree edificabili nonché i criteri e i parametri correttivi per la rimodulazione dell’IMU sulle aree fabbricabili, avrebbe potuto, in questo ampio lasso di tempo, anche se non obbligato, invitare i cittadini alla variazione della destinazione d’uso dei terreni rientrati nel PRG.
C’è un principio sancito dallo statuto del contribuente (art. 10 dello Statuto (“Tutela dell’affidamento e della buona fede. Errori del contribuente”) , il quale dichiara che i rapporti tra contribuente e amministrazione finanziaria sono improntati al principio della collaborazione e della buona fede e che non sono irrogate sanzioni, né richiesti interessi di mora, nel caso in cui l’errore del contribuente sia stato causato dall’essersi conformato ad indicazioni contenute in atti dell’Amministrazione finanziaria e dalla stessa successivamente modificate. Tutto questo in virtù di un’ Amministrazione che non solo a parole, cerca di fare il possibile per ridurre il disagio e la vessazione nei confronti dei cittadini, senza ovviamente intaccare quelle entrate tributarie necessarie ai bisogni della collettività.